martedì 17 marzo 2015

UNA STRANA GIOIA, rileggendo poesie di Ariodante Marianni

Nell’aprile 2002 Ariodante Marianni pubblicò Stato d’allerta, silloge che comprendeva, e riproponeva ai lettori, testi scritti tra il 1948 ed il 1962. Si trattava dei suoi due primi libri di versi De l’amour e Viaggio in incognito (Cittadella, Biblioteca Cominiana, 1987 e 1988 rispettivamente) insieme ad un gruppo di altre liriche dello stesso periodo, inedite o pubblicate in riviste. Marianni è noto per la sua importante e magistrale attività di traduttore: Dylan Thomas, William Butler Yeats, William Carlos Williams, Walt Withman sono solo alcuni degli autori da lui resi in italiano con grande eleganza formale e profonda sensibilità poetica.
Ora, ad un anno esatto di distanza da Stato d’allerta esce Una strana gioia, oltre cento pagine per poesie degli ultimi venti anni, alcune delle quali (Brindisi di san Silvestro) già editi all’inizio degli anni Novanta sempre per la Biblioteca Cominiana e ora riproposti arricchiti di qualche lirica in più.
Scrive Mario Luzi nella quarta di copertina del libro: "Ariodante asciuga all’estremo l’istantaneo, l’emozionale della scrittura: non ci sono sbavature di sorta: e tuttavia la fa brillare di una vita seconda che è quella della saggezza, se si può dare questo nome all’acquisto di calma e di maestria nei riguardi del vissuto e delle sue immagini convulse".
La raccolta propone al lettore tre sezioni. La prima ha lo stesso titolo del libro e della poesia d’apertura:



Strana gioia di vivere
la chiamò Sandro Penna,

un frizzante vinello
un diavoletto in corpo.

Ti svegli e vai alla finestra,
respiri largo, ti stiri,

senza volerlo sorridi:
cerchi un motivo ma non c’è,

niente è diverso da ieri,
nessun prodigio è in corso.

Forse è un compenso

o un premio perché vivi.

Segue un numeroso gruppo di poesie per lo più brevi, pubblicate qui per la prima volta. I temi sono diversi e spaziano dall’amore a momenti di vita quotidiana, alle immagini del sogno o dell’insonnia, agli interrogativi esistenziali ed etici. La misura, e spesso l’ironia del linguaggio, contraddistinguono e levigano all’estremo queste liriche rendendone palpabili l’essenzialità e la purezza.
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Ario (Ariodante Marianni), geometrie senza titolo, 1974