venerdì 6 ottobre 2023

Luino, 1991. Convegno di poeti su Vittorio Sereni, una foto.

Nel 1991 si tenne a Luino un convegno su Sereni, poeta e letterato. 

Questa fotografia ritrae i relatori, tutti noti ed illustri.


Da sinistra, seduti: Alessandro Parronchi, Piero Bigongiari, Giovanni Raboni, Giorgio Orelli, Dante Isella. Sempre da sinistra, in piedi: Umberto Fiori, Vivian Lamarque, Maurizio Cucchi, Attilio Bertolucci, Piero Del Giudice, Raffaello Baldini, Luciano Erba, Silvio Ramat, Alfredo Luzi, Tomaso Kemeny, Ariodante Marianni, Ferruccio Benzoni.

Gli atti del convegno furono pubblicati nel volume Per Vittorio Sereni. Convegno di poeti (Luino, 25-26 maggio 1991

venerdì 14 aprile 2023

Un canto d'amore e nostalgia. Versi per Ario, l'antologia


Nel 2022 si sono compiuti cento anni dalla nascita di Ariodante Marianni (in arte Ario), poeta, traduttore e pittore. Versi per Ario, è l'iniziativa, voluta da un gruppo di amici, che, pur configurandosi come concorso letterario, si è posta principalmente l'obiettivo di rendere omaggio a Marianni poeta. Non una competizione, quindi, ma un luogo d'incontro che privilegiasse originalità, creatività, compiutezza di stile, memoria.

L'antologia, a cura di Eleonora Bellini, raccoglie alcuni testi di Marianni e le poesie di Antonella Alberghina, Diego Baldassarre, Americo Ceccucci, Rosa Di Martino, Valentina Ghelfi, Maria Lenti, Manrico Murzi, Mariagrazia Pelaia, Stefano Peressini, Vanni Pierini, Roberto Ripamonti.

Pubblicata dalle edizioni LFA Publisher, l'antologia si trova in vendita su Feltrinelli IBS a questo link Un canto d'amore e nostalgia. Versi per Ario - Eleonora Bellini - Libro - LFA Publisher - | IBS e sugli altri store on line

mercoledì 23 novembre 2022

Istantanee da "Versi per Ario". Roma 6 novembre 2022, Mangiaparole

Domenica 6 novembre 2022 alla libreria Caffè letterario Mangiaparole di Roma si è tenuto l'evento conclusivo di Versi per Ario, omaggio ad Ariodante Marianni nel centenario della nascita. Poesia e musica hanno arricchito il pomeriggio di primo autunno.  
Qui sopra Mariagrazia Pelaia, dopo essere stata intervistata e premiata da Eleonora Bellini in rappresentanza di tutta la giuria, legge la sua lirica
"Caro Ariodante".
Nell'immagine a destra Stefano Panzarasa, che ha
onorato il nostro poeta, con alcune sue canzoni eco-pacifiste. 
Maria Lenti, vincitrice ex aequo con la poesia "Cerch da non morì", risponde a una domanda sulla sua poesia e sulle sue poesie, rivoltale da Eleonora Bellini. 
Nella foto a destra Michelangelo Di Cerbo, amico del poeta e membro della giuria, propone al pubblico alcune sue canzoni ispirate dai versi di Ariodante Marianni.


 

martedì 18 ottobre 2022

Versi per Ario. Poesie finaliste: Poi fu solo l'alba di Stefano Peressini

 (A mio padre)

L’ombra che tu scorgi adesso

del muro antico di roccia scura

è tutto quello che rimane.


Più non c’è proteso il ramo

sul colore vivido dell’erba,

il frullo del merlo spaventato.


Adesso ti parla quell’ombra

di tutto il tempo scivolato

nelle crepe della pietra,

segreto nascondiglio di ramarro.


Degli inverni con l’ardere dei fuochi

o delle sterpaglie bruciate a primavera,

dell’autunno quando il cielo s’impigriva

e sopra il fiume inerte galleggiava

qualche foglia di ciliegio selvatico.


Ora puoi guardare

le nuvole da tutti i lati

e accorgerti che il vento

con loro dipinge stracci di luce

addosso a un mondo bagnato.


E come il vento anche tu

puoi sottrarti al buio

di queste stanze chiuse

e scompigliare l’orda dei ricordi

imprigionati in quadri polverosi.


Tutto cambia e si rincorre

come una placida corrente

dentro un segno proiettato nel futuro,

nella memoria della luna.


Tutte le luci accese

in una notte di Carnevale

sfrigolavano sul velluto della sera.


Poi fu solo l’alba

e quella pioggia fredda,

smemorata.



Profonda e suggestiva lettera al padre, in cui la memoria e l'affetto disegnano paesaggi ricchi di vita e di sentimenti, tanto profondi quanto espressi in modo essenziale, quasi con pudore.

Versi per Ario. Poesie finaliste: Nel deliquio dell'impermanenza di Rosa di Martino

 

Nel tempo
che s'inverte
e s'annulla
nel deliquio
dell'impermanenza
una ninna nanna
ti canto,
la stessa
che con la tua voce
cullava il mio sonno.
Con frammenti di luce
rubati ai ricordi
intreccio le note
e il fiato ritorna
nei gesti,
tra le mani
e i profumi
di minuscoli attimi,
di secoli,
di giorni passati
appuntati
all'eterno.
Pietra è il mondo
e noi acqua che scorre.


Versi brevi, incastonati sul foglio, ora secchi, ora dolci, si snodano sicuri fino al finale che ricorda antiche sentenze sull'effimero della vita umana.

Versi per Ario. Poesie finaliste: Non tutto era miseria di Antonio Blunda

Cinque metri per tre, neon bianco, luce fredda.

Quasi tutto si spense.

Guardai la città, nel silenzio delle sei.

Nella controluce del pavimento mappe, a mio giudizio,

avrebbero dato lavoro ai cartografi.

Se ne stavano sulla linea di confine luoghi,

ed eserciti, e formicai.

L’umanità, nella sua esplicazione.

C’era l’ ingegneria di un ponte, un passaggio a livello,

un fumante camino, un orologio battente nella nebbia,

un rumore di scarpe, un bar aperto dalle cinque del mattino.

C’era il sonno, e l’abbandono del letto,

il suono amico dei bicchieri, la fame della stanchezza,

lo strano segno della malattia, la tosse profetica della morte leggera.

C’era la desolazione, e la densità, il sacrificio e il pensiero,

la speranza, prestata alle macchine.

Ovunque la traccia polverosa d’una pietra miliare

v’era a dire qualcosa. E quasi tutto si spense.

Non tutto stamani era miseria al mondo.

Dagli occhi allo stelo, dal creato alla ringhiera,

una voce indovina cantava nuda

l’abbandono delle proprie ossa nella stanchezza del mento.

Non tutto era cemento,

non tutto cinque metri per tre, neon bianco, luce fredda.

Una croce a cena era comparsa, prima, nella sera.

Persino Dio, che ritornava a casa.

Fu allora, che quasi tutto il dolore si spense,

poiché non tutto, era miseria al mondo.



Versi lunghi, dal tono narrativo, dipingono una città desolata e confusa, brulicante di dolore. Fino ai versi finali in cui il dolore si placa nella speranza.

Versi per Ario. Poesie finaliste: Ciò che il mondo dice di Antonella Alberghina

Il mondo dice

ciò che non ti aspetti

a volte solo

i tuoi difetti.

Altre ti urla

in faccia

lampi di odio 

o ti dona alloro

e trofei d’oro.

Il mondo dice

ciò che vuoi

sentire

quando il fato

ti ha concesso

un buon destino.

Ti loda e ti esalta

oltremisura

tra plausi e fasti.

Quando invece

la sorte o la natura

fanno a gara

per cambiar fortuna

ti ritrovi nella terra

oscura di Ade o

nel deserto dell’oblio

a ripetere il tuo nome

all’infinito come

un’eco offerta

ai posteri

d’orecchio muti.



Versi sconsolati, amare sentenze in questa poesia che scorre veloce verso la conclusione, come torrente impetuoso.

Versi per Ario. Poesie segnalate: Riassunto toscano di Roberto Ripamonti

Quattro cipressi senesi,

posti come un perché

su un ondulato riassunto toscano

si ergono,

bruni e superbi,

in un’arca di colori

che s’infrange

alle pendici dei borghi

nel baio tramonto.



Veloce come un destriero in corsa il sole precipita verso il tramonto e la notte. A custodire i colori rimangono i cipressi, vigili e fieri come i brevi versi che li descrivono.

Versi per Ario. Poesie segnalate: A Dylan Thomas di Manrico Murzi

Si faccia alba l'aria e viva aurora!

Amico, figlio scherzoso del mare,

da dove sei, sott'acqua e lontano,

aiutami a togliermi di dosso

questo peso di tunica fenicia

che mi fa lunga ésca del dolore.

Sarò come nei tempi assieme corsi

libero sfogo di allegra gazzella

attenta agli occhi di un vago gabbiano

creduti contemplanti, ma cercanti

in giri d'elica il vivo del pesce.



Tra autobiografia e memoria, il poeta evoca in questi versi, simili a pennellate veloci ma capaci di ritrarre persone, paesaggi e sentimenti, il soggiorno di Dylan Thomas all'isola d'Elba.