mercoledì 23 novembre 2022

Istantanee da "Versi per Ario". Roma 6 novembre 2022, Mangiaparole

Domenica 6 novembre 2022 alla libreria Caffè letterario Mangiaparole di Roma si è tenuto l'evento conclusivo di Versi per Ario, omaggio ad Ariodante Marianni nel centenario della nascita. Poesia e musica hanno arricchito il pomeriggio di primo autunno.  
Qui sopra Mariagrazia Pelaia, dopo essere stata intervistata e premiata da Eleonora Bellini in rappresentanza di tutta la giuria, legge la sua lirica
"Caro Ariodante".
Nell'immagine a destra Stefano Panzarasa, che ha
onorato il nostro poeta, con alcune sue canzoni eco-pacifiste. 
Maria Lenti, vincitrice ex aequo con la poesia "Cerch da non morì", risponde a una domanda sulla sua poesia e sulle sue poesie, rivoltale da Eleonora Bellini. 
Nella foto a destra Michelangelo Di Cerbo, amico del poeta e membro della giuria, propone al pubblico alcune sue canzoni ispirate dai versi di Ariodante Marianni.


 

martedì 18 ottobre 2022

Versi per Ario. Poesie finaliste: Poi fu solo l'alba di Stefano Peressini

 (A mio padre)

L’ombra che tu scorgi adesso

del muro antico di roccia scura

è tutto quello che rimane.


Più non c’è proteso il ramo

sul colore vivido dell’erba,

il frullo del merlo spaventato.


Adesso ti parla quell’ombra

di tutto il tempo scivolato

nelle crepe della pietra,

segreto nascondiglio di ramarro.


Degli inverni con l’ardere dei fuochi

o delle sterpaglie bruciate a primavera,

dell’autunno quando il cielo s’impigriva

e sopra il fiume inerte galleggiava

qualche foglia di ciliegio selvatico.


Ora puoi guardare

le nuvole da tutti i lati

e accorgerti che il vento

con loro dipinge stracci di luce

addosso a un mondo bagnato.


E come il vento anche tu

puoi sottrarti al buio

di queste stanze chiuse

e scompigliare l’orda dei ricordi

imprigionati in quadri polverosi.


Tutto cambia e si rincorre

come una placida corrente

dentro un segno proiettato nel futuro,

nella memoria della luna.


Tutte le luci accese

in una notte di Carnevale

sfrigolavano sul velluto della sera.


Poi fu solo l’alba

e quella pioggia fredda,

smemorata.



Profonda e suggestiva lettera al padre, in cui la memoria e l'affetto disegnano paesaggi ricchi di vita e di sentimenti, tanto profondi quanto espressi in modo essenziale, quasi con pudore.

Versi per Ario. Poesie finaliste: Nel deliquio dell'impermanenza di Rosa di Martino

 

Nel tempo
che s'inverte
e s'annulla
nel deliquio
dell'impermanenza
una ninna nanna
ti canto,
la stessa
che con la tua voce
cullava il mio sonno.
Con frammenti di luce
rubati ai ricordi
intreccio le note
e il fiato ritorna
nei gesti,
tra le mani
e i profumi
di minuscoli attimi,
di secoli,
di giorni passati
appuntati
all'eterno.
Pietra è il mondo
e noi acqua che scorre.


Versi brevi, incastonati sul foglio, ora secchi, ora dolci, si snodano sicuri fino al finale che ricorda antiche sentenze sull'effimero della vita umana.

Versi per Ario. Poesie finaliste: Non tutto era miseria di Antonio Blunda

Cinque metri per tre, neon bianco, luce fredda.

Quasi tutto si spense.

Guardai la città, nel silenzio delle sei.

Nella controluce del pavimento mappe, a mio giudizio,

avrebbero dato lavoro ai cartografi.

Se ne stavano sulla linea di confine luoghi,

ed eserciti, e formicai.

L’umanità, nella sua esplicazione.

C’era l’ ingegneria di un ponte, un passaggio a livello,

un fumante camino, un orologio battente nella nebbia,

un rumore di scarpe, un bar aperto dalle cinque del mattino.

C’era il sonno, e l’abbandono del letto,

il suono amico dei bicchieri, la fame della stanchezza,

lo strano segno della malattia, la tosse profetica della morte leggera.

C’era la desolazione, e la densità, il sacrificio e il pensiero,

la speranza, prestata alle macchine.

Ovunque la traccia polverosa d’una pietra miliare

v’era a dire qualcosa. E quasi tutto si spense.

Non tutto stamani era miseria al mondo.

Dagli occhi allo stelo, dal creato alla ringhiera,

una voce indovina cantava nuda

l’abbandono delle proprie ossa nella stanchezza del mento.

Non tutto era cemento,

non tutto cinque metri per tre, neon bianco, luce fredda.

Una croce a cena era comparsa, prima, nella sera.

Persino Dio, che ritornava a casa.

Fu allora, che quasi tutto il dolore si spense,

poiché non tutto, era miseria al mondo.



Versi lunghi, dal tono narrativo, dipingono una città desolata e confusa, brulicante di dolore. Fino ai versi finali in cui il dolore si placa nella speranza.

Versi per Ario. Poesie finaliste: Ciò che il mondo dice di Antonella Alberghina

Il mondo dice

ciò che non ti aspetti

a volte solo

i tuoi difetti.

Altre ti urla

in faccia

lampi di odio 

o ti dona alloro

e trofei d’oro.

Il mondo dice

ciò che vuoi

sentire

quando il fato

ti ha concesso

un buon destino.

Ti loda e ti esalta

oltremisura

tra plausi e fasti.

Quando invece

la sorte o la natura

fanno a gara

per cambiar fortuna

ti ritrovi nella terra

oscura di Ade o

nel deserto dell’oblio

a ripetere il tuo nome

all’infinito come

un’eco offerta

ai posteri

d’orecchio muti.



Versi sconsolati, amare sentenze in questa poesia che scorre veloce verso la conclusione, come torrente impetuoso.

Versi per Ario. Poesie segnalate: Riassunto toscano di Roberto Ripamonti

Quattro cipressi senesi,

posti come un perché

su un ondulato riassunto toscano

si ergono,

bruni e superbi,

in un’arca di colori

che s’infrange

alle pendici dei borghi

nel baio tramonto.



Veloce come un destriero in corsa il sole precipita verso il tramonto e la notte. A custodire i colori rimangono i cipressi, vigili e fieri come i brevi versi che li descrivono.

Versi per Ario. Poesie segnalate: A Dylan Thomas di Manrico Murzi

Si faccia alba l'aria e viva aurora!

Amico, figlio scherzoso del mare,

da dove sei, sott'acqua e lontano,

aiutami a togliermi di dosso

questo peso di tunica fenicia

che mi fa lunga ésca del dolore.

Sarò come nei tempi assieme corsi

libero sfogo di allegra gazzella

attenta agli occhi di un vago gabbiano

creduti contemplanti, ma cercanti

in giri d'elica il vivo del pesce.



Tra autobiografia e memoria, il poeta evoca in questi versi, simili a pennellate veloci ma capaci di ritrarre persone, paesaggi e sentimenti, il soggiorno di Dylan Thomas all'isola d'Elba.



Versi per Ario. Poesie segnalate: Voglio anch'io che casa mia di Valentina Ghelfi

Voglio anch’io che casa mia sia

un labirinto di libri

in cui accoglierti

Che per arrivare al letto

tu debba far lo slalom

e seguire il mio odore

per non perderti


Voglio anch’io in silenzio

guardarti da lontano

L’altro capo del letto

e tu con la paura

di starmi troppo così vicino

anch’io voglio

con le mie domande farti

venir voglia di scappare

E voglio anch’io sentire

il guinzaglio che mi tira

correre su per le scale

cadere dirti

Ti prego apri la porta


La verità vera del mio cuore

dei sogni e delle orecchie ai libri

ami sul tempo per questa

enorme quantistica distanza


E voglio anch’io sapere

che il mio viso ha casa

nelle tue mani



Nella poesia amore e libri si intrecciano in versi rapidi, come una corsa, come la fretta quotidiana, in attesa di un incontro che è casa e carezza.

Versi per Ario. Poesie segnalate: Messaggio in bottiglia di Americo Ceccucci

Strani i silenzi tra noi:

non vuoti ma pieni.

Son discorsi lievi

taciuti per non sprecarli.


Parole mute, silenti e sottili.

Sono stati febbrili

nella malattia di noi.


Tutto sospeso,

tutto pacato.

Un volo a mezz’aria,

un atterraggio planato.


Ma planare dove se spazio non c’era,

né spazio, né tempo, nessuna bandiera

a segnare il confine.


Era un momento senza fine.

Ti ho voluto in un attimo eterno.

Avrei voluto…


Guardarti negli occhi,

toccarti la mano,

dolcemente amarti baciandoti piano.


Tutto chiedeva d’esser vissuto

nel freddo di Roma,

in un giorno perduto.



Versi discreti che narrano, tra esitazione e musica, di una coppia che passeggia per le strade di Roma, d'inverno. Il silenzio attorno non è una barriera, ma un testimone che assiste al nascere di un amore.



Versi per Ario. Poesie segnalate: Leggere poesia di Diego Baldassarre

Il baratto: forma antica di commercio

Così ci siamo scambiati

i libri con dedica

Leggo


In divieto di sosta

con due gomme sul marciapiede attendo

che mia figlia termini il campo estivo

Leggo


Manifesti elettorali sul muro

inneggiano all’odio razziale: uno schifo

di supremazia ignorante

Leggo


Il commerciante orientale maledice

la signora col cagnetto

che non ha raccolto le feci dell’amore suo

Leggo


Un Suv suona il clacson:

vuole che mi sposti perché non passa

Avanzo di un poco imprecando

Leggo


O almeno ci provo

Dopo tre poesie sono già stanco:

non sono i versi ma la vita che tedia



L'onnipresenza dei libri e della lettura nei brevi ritagli di tempo libero del quotidiano costituiscono il tema di questa poesia in cui la parola "leggo" scandisce i versi fino alla rassegnata, malinconica, conclusione.

lunedì 17 ottobre 2022

Versi per Ario. Le poesie vincitrici: Stanotte di Vanni Pierini

Stanotte ho veduto

la mia morte improvvisa: 

me ne sto seduto

in cucina, assorto, e

un secondo dopo

sono morto.


Non c’è stile

o racconto, non c’è, pronto,

uno straccio di senso;

c’è il mio denso silenzio

un corpo inerte

una postura goffa

un profilo sghembo

e un lembo di stoffa bianca

della tovaglia

sulle ginocchia aperte.


Non sento più nulla, non vedo

mia moglie che, stanca,

si chiede come reagire;

se deve o no pulire

la stanza, se farlo

per il mio decoro

o per loro, quelli

che mi vedranno morto

accanto ai fornelli.


Lei avrà uno schianto

al cuore e un moto

interiore di riso

per la scena;

poi, dopocena

la cullerà un pianto buono,

di nostalgia e perdono.


Lo stesso sarà per me, amore,

anche se non avrò più

un cuore dove salvare

riso dolore ricordi…


Basta, s’è fatto tardi,

esco; oggi è più fresco,

mi pare.

Meglio andare.



Illusione o sogno che sia, questa notte il poeta ha visto la sua propria morte coglierlo improvvisa mentre stava accanto ai fornelli, in un gesto privato e senza storia, forse stanco. E noi assistiamo alla sua fine, che la seconda e la terza strofa dipingono come in un quadro, fissano come in una fotografia, svelano come la vista dalla finestra illuminata di un dirimpettaio. Interrogativi nient'affatto aulici seguono in versi distillati e limpidi, in cui si colgono l'incedere dell'urgenza e lo spazio della pietà, prima del pianto. 


Versi per Ario. Le poesie vincitrici: Caro Ariodante, di Mariagrazia Pelaia

Caro Ariodante

ci siamo incrociati

(a nostra insaputa)

sulle pagine di una raccolta

per esordienti – “Poesia Novanta” –

tu nella sezione poeti maturi

che ci tenevano a battesimo –

io nella sezione poeti pulcini – con piumaggi arruffati –

appiedati uccelli

estinti dodo.

Quel libro l’ho skippato

per protesta all’acquisto senza sconto

imposto dal Ventaglio.

E anni dopo,

quando ti ho scoperto

e aperto gli occhi

sotto uno dei tuoi quadri,

scorrendo online l’indice del tomo

è saltato fuori il tuo nome.

Ho cercato quel libro

ovunque nella bibliosfera

convinta che lì mi attendesse

un tuo importante messaggio.

Ma la bibliotecaria

mi informa che il libro agognato

è stato cestinato per usura:

il costo del restauro sfora il budget!

Ma la sorte benigna

ha realizzato il sogno impossibile!

Leggo e rileggo sullo scan

la confessione della crisi

scatenata da una semplice

richiesta di cv a un poeta

da parte di una giovane studiosa straniera

che lo invita per una lettura.

Visse povero e ignoto”

contemporaneo a una sfilza di geni.

Per riaversi dal colpo

ecco il “narcisetto”

nudo in spiaggia a “noverar le stelle”!

Sorrido e penso

a Scrivere un curriculum

di Wisława Szymborska.

Anche lì, il profilo di una persona

si riduce alla punta di un iceberg,

a un’ombra senza essenza

su un foglietto di carta

che finirà triturato al macero.

Quando l’ironia si fa poesia

fiorisce in noi

un sorriso antiossidante.

Gradita palingesi…

24/6/2022


Il ricordo di un incontro con Ariodante Marianni, avvenuto sulle pagine dell'antologia dedicata a un lontano evento poetico, si fa verso e poesia al confine fra memoria e citazione, fra saggezza e ironia. La lontananza nel tempo e nello spazio non pesa, forse non esiste, nel permanere saldo e vitale della parola poetica. Nel finale l'amara consapevolezza dell'effimero dell'esistenza si stempera in "gradita palingenesi".


Versi per Ario. Le poesie vincitrici: Cerch da non morì di Maria Lenti

Cerch da non morì ancora

cortell e velen i tengh lontan

perché me voj ben

voj ben ma le mi man

che stringhen el bichier la forcina

tremen puliscne se movne

fan qualca caressa

han le unghie ch’ creschen

mettne tel nas j’ochial per leggia e scriva


Cerco di non morire

Cerco di non morire ancora coltelli e veleni li tengo lontani / perché mi voglio bene voglio bene alle mie mani che stringono il bicchiere la forchetta tremano puliscono si muovono fanno qualche carezza / hanno le unghie che crescono / mettono sul naso gli occhiali per leggere e scrivere

(Ispirata alla poesia “Non morire” di Agota Kristof, in Chiodi, traduzioni di Vera Gheno e Fabio Pusterla. Postfazione di Fabio Pusterla, Casagrande 2018).


Pur dichiaratamente ispirati ai versi di Agota Kristof, questi di Maria Lenti mostrano una loro autonoma e robusta freschezza che va ben al di là dell’originale. Come la grande Wislawa Szymborska, l’autrice sa trarre dalla quotidianità più umile motivi di profonda riflessione sulla condizione umana. L'uso del dialetto urbinate rafforza il senso di radicamento nel mondo, di saggezza e di legame con la vita di questa poesia. 


mercoledì 12 ottobre 2022

Versi per Ario. Verbale della giuria.

La giuria, composta da Eleonora Bellini, Michelangelo Di Cerbo, Giulio Martinoli, Royston Vince, dopo avere attentamente esaminato tutte le poesie precedentemente inviate a ciascun giurato, nel suo primo incontro ha stilato il seguente elenco di finalisti:

Antonella Alberghina, Diego Baldassarre, Antonio Blunda, Americo Ceccucci, Rosa Di Martino, Valentina Ghelfi, Maria Lenti, Manrico Murzi, Mariagrazia Pelaia, Stefano Peressini, Vanni Pierini, Roberto Ripamonti.

In seguito a un successivo, approfondito esame dei testi, la giuria ha formulato all'unanimità la seguente graduatoria:

  1. Vincitori a pari merito:

    Maria Lenti per la poesia Cerch da non morì.

    Pur dichiaratamente ispirati ai versi di altri poeti, questi di Maria Lenti mostrano una loro autonoma e robusta freschezza che va ben al di là dell’originale. Come la grande Wislawa Szymborska, l’autrice sa trarre dalla quotidianità più umile motivi di profonda riflessione sulla condizione umana.

    Mariagrazia Pelaia per la poesia Caro Ariodante.

    Il ricordo di un incontro con Ariodante Marianni, avvenuto sulle pagine dell'antologia dedicata a un lontano evento poetico, si fa verso e poesia al confine fra memoria e citazione, fra saggezza e ironia. Nel finale l'amara consapevolezza dell'effimero dell'esistenza si stempera in "gradita palingenesi".

    Vanni Pierini con la poesia Stanotte.

    Illusione o sogno che sia, questa notte il poeta ha visto la sua propria morte coglierlo improvvisa accanto ai fornelli, in un gesto privato e senza storia, forse stanco. Interrogativi nient'affatto aulici seguono in versi distillati e limpidi, in cui si colgono l'incedere dell'urgenza e lo spazio della pietà, prima del pianto.

  1. SegnalatiDiego Baldassarre (Leggere poesia), Americo Ceccucci (Messaggio in bottiglia), Valentina Ghelfi (Voglio anch'io che casa mia), Manrico Murzi (A Dylan Thomas), Roberto Ripamonti (Riassunto toscano).

  2. Finalisti: Antonella Alberghina (Ciò che il mondo dice), Antonio Blunda (Non tutto era miseria), Rosa Di Martino (Nel deliquio dell'impermanenza), Stefano Peressini (Poi fu solo l'alba).

Tutti i lavori della giuria si sono svolti in modalità a distanza.

Borgo Ticino, 12 ottobre 2022


martedì 24 maggio 2022

Versi per Ario. Omaggio in poesia per il centenario della nascita di Ariodante Marianni

In questo anno 2022 ricorre il centenario della nascita di Ariodante Marianni (in arte Ario), poeta, traduttore e pittore.

Versi per Ario, pur configurandosi come concorso letterario, vuole innanzitutto costituire un omaggio a Marianni poeta. Non una competizione, quindi, ma un luogo d'incontro che privilegi originalità, creatività, compiutezza di stile.

Si partecipa con tre poesie inedite a tema libero. Le liriche saranno inviate come allegato in formato word o open alla mail premiocerrutimarianni@gmail.com. Nel corpo della medesima mail verranno indicati dati e recapiti dell'autrice o dell'autore, nonché l'autorizzazione alla pubblicazione delle opere, qualora risultassero vincitrici o finaliste, sul blog https://ariodantemarianni.blogspot.com/.

Le prime tre poesie vincitrici saranno premiate con libri, giudizio critico, diploma in formato digitale, pubblicazione sul blog. Le liriche finaliste riceveranno giudizio critico, diploma in formato digitale, pubblicazione sul blog.

Termine per l'invio delle poesie: 10 settembre 2022.

E' allo studio una pubblica lettura dei testi premiati e segnalati che si terrà a Roma presumibilmente entro la fine dell'anno.


Ario, monotipo "cinese", 1967

venerdì 18 febbraio 2022

Ariodante Marianni a 100 anni dalla nascita 2. Pagina Picta.

"Il caso di Ario Marianni è particolare e abbastanza inusitato: l'attività letteraria, saggistica, poetica, critica, anche se di più lunga estensione temporale, si travasa e si compone, per lui, in una sintesi totale per cui, a un certo punto, diventa del tutto naturale che il suo mondo poetico - letterario si esplichi in termini pittorici o che il suo linguaggio normale si definisca in lavoro letterario. [...] Un procedimento organico, rigoroso, che pure non si rifiuta all'abbandono, al canto, si affida, anche, ai valori sensibili più labili e sfuggenti, giuoca sulla resa della materia, raffinata, gustosa, sul significato della pittura riscoperta come mezzo rinnovato, il rigore rimanendo, alla base, come ragione iniziale e insostituibile della dinamica progettuale, per poter essere poi abbandonato, eluso, dimenticato" (Lara Vinca Masini, Presentazione alla mostra ARIO, galleria Il Fiore, Firenze, 13 gennaio 1973; poi in Pagina picta. Il caso l'allegoria e la volontà nella pittura di Ariodante Marianni, Colophon libri 2005, acura di Eleonora Bellini).

                                            Ario, Geometrie del Caso, olio su tela, 1973

mercoledì 16 febbraio 2022

Ariodante Marianni a 100 anni dalla nascita 1. Poesie della pace e del ricordo

TRE POESIE PER LA PACE

RESIDUATI BELLICI (1948 – 1952)
I - I nuovi Dei
I nuovi Dei
puntano il dito,
non scendono più
tra gli uomini,
riuniti in una stanza
ci osservano,
fotografati
da 20.000 metri.
Che cos’erano
Nagasaki, Hiroshima?
Un punto nero
su una mappa
per Truman & Co.

II - Negoziati
Uno scoppio, lo scontro
di due colombe in volo
provenienti da opposte direzioni:
una pioggia di penne,
bianche, miste a foglie d’ulivo
(da terra fu seguita attraverso
mirini e radar, le dita impazienti
tamburellanti sui tasti).
Per nulla scoraggiati, i diplomatici
iniziano nuove trattative.
Altre colombe – ne abbiamo tante –
saranno inviate dalle rampe di lancio”.

III - Finalino
Un rumore
di giornali
strappati,
di vetri infranti
un epilogo gentile
senza squilli
di trombe
o esplosioni
e le carni disciolte
staccarsi,
le cellule libere, unite
in una nuvola unica, alta,
(a forma di fungo?)

                                             Icone di pace, monotipo su carta, 1960