Caro Ariodante
ci siamo incrociati
(a nostra insaputa)
sulle pagine di una raccolta
per esordienti – “Poesia Novanta” –
tu nella sezione poeti maturi
che ci tenevano a battesimo –
io nella sezione poeti pulcini – con piumaggi arruffati –
appiedati uccelli
estinti dodo.
Quel libro l’ho skippato
per protesta all’acquisto senza sconto
imposto dal Ventaglio.
E anni dopo,
quando ti ho scoperto
e aperto gli occhi
sotto uno dei tuoi quadri,
scorrendo online l’indice del tomo
è saltato fuori il tuo nome.
Ho cercato quel libro
ovunque nella bibliosfera
convinta che lì mi attendesse
un tuo importante messaggio.
Ma la bibliotecaria
mi informa che il libro agognato
è stato cestinato per usura:
il costo del restauro sfora il budget!
Ma la sorte benigna
ha realizzato il sogno impossibile!
Leggo e rileggo sullo scan
la confessione della crisi
scatenata da una semplice
richiesta di cv a un poeta
da parte di una giovane studiosa straniera
che lo invita per una lettura.
“Visse povero e ignoto”
contemporaneo a una sfilza di geni.
Per riaversi dal colpo
ecco il “narcisetto”
nudo in spiaggia a “noverar le stelle”!
Sorrido e penso
a Scrivere un curriculum
di Wisława Szymborska.
Anche lì, il profilo di una persona
si riduce alla punta di un iceberg,
a un’ombra senza essenza
su un foglietto di carta
che finirà triturato al macero.
Quando l’ironia si fa poesia
fiorisce in noi
un sorriso antiossidante.
Gradita palingesi…
24/6/2022
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