Poeta,
traduttore e pittore, Ariodante Marianni ha distribuito la sua prolifica
attività nel corso di quasi sessanta anni. Apprezzato dagli autori suoi coetanei
e, tra l’altro, collaboratore di G. Ungaretti, è stato impegnato anche in ambito
critico. Il volume presentato, che testimonia la sua vasta attività in campo
letterario, è a cura di Eleonora Bellini che ha atteso anche alla documentazione
dell’attività pittorica dello stesso Marianni in un volume edito da Colophon
Libri (2005).
Se in
pittura l’autore, con lo pseudonimo di Ario, componeva disegni astratti in cui
la fantasia regnava sovrana tanto da lasciare all’osservatore la definizione del
quadro, pure dai segni precisi e dal cromatismo rigoroso e bilanciato, in
letteratura Marianni aveva il dono della semplicità e del pudore, mantenendo uno
sguardo attento e ispirato, senza declinare in derive stilistiche
sdrucciolevoli. Versi misurati che restituiscono al lettore la meraviglia del
poeta, con un’attenzione spasmodica a mantenere una dimensione discreta e
rispettosa delle voci altrui. Probabilmente la sua passione per la letteratura,
peraltro alimentata da tanta frequentazioni e amicizie con i maggiori
dell’epoca, e l’esperienza come traduttore (tra gli altri Yeats, Thomas, Auden,
Dickinson), hanno prodotto in Marianni una consapevolezza e una ”responsabilità”
nel dosare la propria scrittura, tanto da indurlo a proporsi in qualità di poeta
soltanto laddove la penna premesse per necessità di sguardo, ovvero laddove
effettivamente quella prospettiva potesse aggiungersi alla nostra, senza
alcuna interferenza di un ego mai scomodo o invadente.
Recensione completa sul sito http://www.literary.it
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Rara fotografia di Marianni a cinquantadue anni |