Citare tutti i letterati che hanno frequentato e amato l'isola
d'Elba, sarebbe sciorinare un lungo catalogo. Anche stando
ad anni recenti i nomi sono tanti: Dylan Thomas, Carlo
Laurenzi, Heinrich Böll, Mario Luzi, Piero Bianucci, Hervé
Guibert, Alberto Bevilacqua... fino agli odierni Joanna
Scott e Alessandro Orlandini, il quale di un suo romanzo
scrive, rivolto agli elbani, "il personaggio che state leggendo
potrebbe essere la descrizione di un vostro vicino di casa
o addirittura voi stessi". Meglio allora ricordarne uno per
tutti, il poeta Ariodante Marianni. Riportarlo alla mente è
come un tuffo nel mare del passato che raggiunge, in questo
2023, la profondità di ben settantuno nodi. Tanti sono gli
anni partendo dal lontano marzo 1952 quando lo incontrai
alla Sapienza di Roma davanti all'aula dove il cantore de Il
Porto Sepolto teneva lezione. Ero con l'autore de Il gabbiano
azzurro, figlio come me dell'Arcipelago Toscano, desideroso
di farmi conoscere Ungaretti. Dopo i saluti e un'allegra
chiacchierata, Ariodante, Raffaello ed io ci sedemmo da
scolari sui banchi dell'aula ad ascoltare la lezione del Maestro
del quale Ario, come lo chiamavamo, era il segretario. Da
quella rara occasione, la mia frequentazione con Ariodante,
che laureato in Economia di tutto parlava fuorché di bilanci,
fu assidua per le sue visite all'Elba partecipando anche a
convegni letterari: importante la sua relazione a Rio Marina
per un incontro sulla figura del poeta Luigi Berti. La sua
passione investiva, oltre alla letteratura, anche la pittura e le
arti visive in particolare.
Il saggio integrale si legge su Enjoyelba, sul numero cartaceo (2023) o al link qui di seguito: Enjoyelba_HD_Singola-40-41.pdf