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Ario, Notte di primavera, monotipo, 1966 |
È ancora l’incanto della luna
nelle notti serene, quando sciamano
delicate meteore le lucciole
nei loro sacri sentieri, mendicando
con impulsi allarmati di affrettare
ciò che è loro richiesto,
e i grilli declamano
da luoghi occulti la loro irrefrenabile
fame d’amore,
e tutti gli alberi e le piante
sembrano addormentati nella polvere
luminosa dell’astro, l’asse terrestre
inclinato di quel tanto
che segna il punto giusto
tra la penombra e l’ombra
altri richiami.
(Ariodante Marianni, 2003)
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